Certificazione Credito d’imposta Ricerca e Sviluppo

L'Innovazione è Riorganizzare l'Esistente: Come una Sentenza Paragona la R&S all'AI e Ridefinisce il Credito d'Imposta

La Paura di Ogni Innovatore

Ogni imprenditore o manager che investe in Ricerca e Sviluppo conosce bene quella sottile ansia: il timore che, un giorno, un controllo fiscale possa mettere in discussione la natura stessa del proprio lavoro. L’incertezza su cosa sia veramente “innovativo” agli occhi dell’Amministrazione Finanziaria può paralizzare le decisioni e depotenziare gli investimenti più coraggiosi.

E se il vostro lavoro più innovativo, quello che consiste nel connettere idee e fonti esistenti in modi completamente nuovi, venisse liquidato come “mera copiatura”? Una recente e rivoluzionaria sentenza della Corte di Giustizia Tributaria ha fornito una risposta sorprendente a questa domanda, una risposta che potrebbe cambiare le regole del gioco per il credito d’imposta R&S.

——————————————————————————–

1. L’Innovazione non è (solo) Creare dal Nulla: è Riorganizzare l’Esistente

Il punto di partenza del contenzioso era netto: l’Agenzia delle Entrate aveva disconosciuto il credito d’imposta a un’azienda sostenendo che il suo progetto, documentato nel report “Big Data as a service”, fosse basato su fonti scientifiche esistenti e, quindi, una “mera copiatura” priva del requisito della novità.

La decisione dei giudici è stata rivoluzionaria. Hanno dato ragione all’azienda, stabilendo un principio fondamentale: l’innovazione può risiedere non tanto nel contenuto di base, quanto nella metodologia con cui quel contenuto viene trattato. La creatività e la novità, secondo la Corte, sono state trovate nella selezione, ricombinazione e analisi critica di conoscenze già esistenti su temi di frontiera come i Big Data e il cloud computing.

Il passaggio più dirompente della sentenza stabilisce un parallelo tanto moderno quanto potente, che ridefinisce i confini della ricerca agevolabile:

La novità dunque non risiede nei contenuti trattati (effettivamente attinti da fonti già esistenti), ma nelle innovative modalità di estrapolazione, collegamento, riorganizzazione di quei contenuti, secondo una metodologia che oggi potremmo riportare alla attività svolta dalla intelligenza artificiale.

Questa affermazione è un punto di svolta. La sentenza riconosce legalmente che la creazione di valore nell’era digitale si fonda spesso sulla sintesi intelligente, non solo sull’invenzione ex-novo, validando così direttamente i modelli di business di innumerevoli aziende SaaS, società di data analysis e consulenza strategica digitale. Il loro valore non risiede nella creazione di prodotti fisici, ma proprio nella capacità di riorganizzare informazioni complesse per generare soluzioni originali.

——————————————————————————–

2. Il Rischio è Parte del Gioco: un Progetto è Innovativo Anche se Fallisce

Un altro principio chiave, rafforzato con forza dalla Corte, riguarda il rapporto tra innovazione e successo. La validità di un progetto di R&S non dipende dal suo esito finale.

I giudici hanno riconosciuto che il tentativo stesso di superare un limite noto o di esplorare un territorio scientifico o tecnico inesplorato implica, per sua stessa definizione, un elevato rischio di fallimento. Negare il carattere innovativo a un progetto solo perché non ha raggiunto l’obiettivo prefissato sarebbe una contraddizione in termini.

La sentenza lo chiarisce in modo inequivocabile:

In altri e più chiari termini, se si finanzia un progetto che ha come obiettivo il raggiungimento di un risultato mai acquisito in un determinato settore e poi il risultato non si raggiunge, non può in ogni caso escludersi, per ciò solo, il carattere innovativo del progetto.

Questa posizione legale è un forte incentivo per le imprese a perseguire progetti di R&S più ambiziosi, ad alto rischio e potenzialmente trasformativi, senza il timore di essere penalizzate finanziariamente qualora l’obiettivo finale non venga raggiunto.

——————————————————————————–

3. Lo Scudo della Certezza: Come “Blindare” il Proprio Credito d’Imposta Prima di un Controllo

L’incertezza che ha costretto un’azienda ad affrontare un lungo contenzioso legale è esattamente ciò che la nuova Certificazione R&S, introdotta dal DPCM del 15 settembre 2023, è progettata per eliminare. Il suo scopo è esplicito: “favorire l’applicazione in condizioni di certezza operativa”, permettendo alle imprese di far qualificare ufficialmente i propri progetti da un valutatore indipendente e accreditato. Il beneficio chiave è che la certificazione ottenuta ha “effetti vincolanti nei confronti dell’Amministrazione finanziaria”.

Un caso esaminato dalla Corte offre un esempio pratico e un monito fondamentale. Per rafforzare la propria posizione in appello, l’azienda coinvolta ha prodotto una certificazione da un soggetto indipendente, accreditato secondo le nuove normative. I giudici l’hanno considerata un elemento positivo “indicativo”, riconoscendone il valore tecnico.

Tuttavia, non poteva essere pienamente vincolante per una ragione cruciale legata alla tempistica. La legge (art. 23 del D.L. n. 73/2022) stabilisce che la certificazione vincolante non può essere richiesta se le violazioni… “siano state già constatate…”. Poiché la controversia era già in corso, la certificazione poteva solo fungere da parere tecnico a supporto, non da scudo preventivo. Questo illustra con drammatica chiarezza l’importanza di agire d’anticipo: la certificazione è un’armatura, non una cura.

——————————————————————————–

Conclusione: 

  1. Rivalutate la vostra innovazione: La riorganizzazione intelligente di conoscenza esistente è ora legalmente riconosciuta come R&S, un’attività centrale nel settore digitale.
  2. Abbracciate il rischio calcolato: Il valore del processo di R&S è protetto indipendentemente dal successo finale, incentivando progetti più ambiziosi.
  3. Agite d’anticipo con la certificazione: Esiste uno strumento vincolante per blindare legalmente e finanziariamente i vostri crediti d’imposta, ma va utilizzato prima di qualsiasi contestazione.